Il primo anno è stato sicuramente un anno intenso di emozioni, costellato di innumerevoli conquiste (il primo sorriso, il primo vocalizzo, etc.).
Ma quali sono le tappe più significative del secondo?
Dando per assodato che ogni bambino è unico e cresce al proprio ritmo, mediamente però dopo la prima candelina (c'è chi lo fa anche prima) muove i primi passi e nel corso del secondo anno diventa sempre più sicuro e agile.
Via via smette di barcollare, inizia anche a salire e scendere le scale e a tirare calci alla palla e a sgambettare nel tentativo di correrle dietro velocemente.
Anche le abilità linguistiche crescono , anche se ancora comprende più di quanto sia in grado di esprimere con le parole.
Intorno ai 18 mesi mediamente pronuncia almeno 6 paroline e verso i due anni unisce 2-4 parole per formulare le prime frasi.
Parlargli e farlo usando un linguaggio corretto è fondamentale per lo sviluppo della sua loquacità.
Tipicamente in questo periodo comincia a identificare forme e colori, a costruire torri con le costruzioni, e si diverte riempiendo e svuotando contenitori. È plausibile che manifesti il desiderio di voler fare tutto da solo e che imiti quello che fanno gli adulti: parlare al telefono, imboccare una bambola, fingere di cucinare o di guidare una macchina.
Nei primi due anni di vita i bambini passano da una fase di totale dipendenza dal corpo della madre e dalle sue cure ed attenzioni a una progressiva autonomia , sia pure molto iniziale e graduale. Incominciano a camminare e quindi possono allontanarsi dalle loro figure di attaccamento, per poi tornarci quando vogliono.
Aumentano i punti di riferimento e le relazioni:
padri, fratelli, nonni, puericultrici del nido, coetanei con cui hanno scambi e legami significativi.
Il "no", pronunciato spesso, non ha soltanto valore di autoaffermazione ma è anche indicativo del bisogno di verificare se, per una serie di attività, il bimbo può avere un suo spazio di autonomia o se, invece, deve continuare a seguire le indicazioni degli adulti.
Team Educare Amando